Perchè per molti giornali nel mondo (anche tanti italiani) si dice “formato berlinese”

Il “formato berlinese” o “berliner” è un’innovazione nella stampa e il nome si riferisce alla città di Berlino. È nato come alternativa al formato broadsheet

Il Berliner (berlinese in italiano) è un format nato all’inizio del XX secolo. Le sue dimensioni sono 470 mm × 315 mm. Cos’ sono pubblicati tanti giornali europei, non solo tedeschi come il Tageszeitung. In Italia da qualche anno lo usano, tra gli altri,  Repubblica, la Gazzetta dello Sport, il Giornale, Libero e il Fatto Quotidiano, in Francia invece le Monde e Le Figaro in France, in Svizzera Le Temps. La ragione di questo successo, peraltro anche abbastanza recente? Prima di tutto il fatto che sia più economico degli altri formati concorrenti, ovvero il broadshit (il lenzuolo) che è piuttosto grande, e il tabloid che anche se più piccolo per dimensioni, è ormai associato a riviste di tipo scandalistico. Facciamo un passo indietro e vediamoli uno ad uno.

Berliner, il formato berlinese: dagli inizi all’editoriale del Guardian

La sua storia parte all’inizio del 1900 nella capitale tedesca per distinguersi da due formati allora parecchio diffusi per la stampa dell’epoca, il formato nordico e quello francese. Di questi il Berliner era più piccolo e quindi più economico. Il tabloid, che è ancora più piccola, all’epoca era diffuso, e anche poco, solo nel Regno Unito. L’introduzione di formati più piccoli nella stampa dell’epoca fu fondamentale per l’economia dei giornali. Ci voleva meno spazio per trasporli dalle tipografie alle edicole, la stampa era più veloce e anche il consumatore finale poteva metterlo in tasca senza spiegazzarlo troppo.  Se però il tabloid fu subito usato per riviste di tipo scandalistico, di fatto legando nell’immaginario comune, quelle dimensioni a un tipo di informazione poco autorevole, il Berliner ha mantenuto il suo prestigio ed è la ragione per cui è ancora così diffuso.

Come spiega Manfred Werfel, Research Director e il vicepresidente di WAN-IFRA (Associazione Mondiale della carta stampata), ritiene che il formato berlinese si stia sempre più diffondendo. Nel 2005 la rivista The Guardian ha adottato il format berlinese con un editoriale, a firma dell’allora ex editore, Alan Rusbridger: “La sfida per noi era di rimanere fedeli al nostro giornalismo, che ora attrae un pubblico mondiale da record online, e allo stesso tempo trovare un formato di stampa moderno per una nuova generazione di lettori in questo paese.” Il formato berlinese è ritenuto sia ecosostenibile che economico. Oggi è adoperato in Italia e in molti altri paesi del mondo. L’ultimo genere ad essere stato introdotto è il formato in digitale.

Esistono diversi formati di giornale: il tabloid, il berliner e il broadsheet ne sono solo alcuni esempi. Ma cosa differenzia questi tre formati? Le dimensioni del foglio del quotidiano e l’area di stampa all’interno.

Gli altri formati: il broadsheet

Prima del Berliner il format più usato nella stampa era il broadsheet, ovvero lenzuolo. Le sue dimensioni sono 749 mm × 597 mm. È articolato in sei colonne, meno compatto quindi, e più ricco di contenuti, anche solo perché più grande. Il primo giornale che lo usò fu l’olandese Courante uyt Italien, Duytslandt già nel 1618. Arrivò in Gran Bretagna nel 1712, in concomitanza con l’introduzione di una tassa per gli editori direttamente proporzionale al numero di pagine stampate: più pagine, più tasse. Ecco allora che conveniva avere pagine belle piene e larghe.  Il successo fu graduale e costante. Per spiegarlo Kath Bates ha scritto sull’ Oxford Open Learning: “Dato che poche persone potevano leggere al livello richiesto da quelle prime edizioni broadsheet, esse divennero presto associate all’aristocrazia e agli uomini d’affari più benestanti. Anche oggi, i giornali broadsheet tendono ad essere collegati con un approccio più elevato alla raccolta e alla diffusione delle notizie, con i lettori di tali giornali che optano per articoli ed editoriali approfonditi”.

Al giorno d’oggi il broadsheet è tipico di molti  quotidiani USA come il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal. In Italia lo usano Avvenire, Il Foglio, Il Mattino, Il Messaggero, ma il trend è negativo: sono sempre più i quotidiani italiani che volgono verso il Berliner, quasi nessuno invece fa il percorso inverso.

Berliner

Il formato Broadsheet © Immagine di Kraft Romano, da Unsplash. 

Il tabloid

Le dimensioni del tabloid sono di 430 mm × 280 mm. Hanno normalmente un massimo ha cinque colonne. Sono generalmente grandi la metà del broadshet. È stato sviluppato intorno al 1880 e presto questo termine è diventato sinonimo di “compresso” ed “efficace”. Offre racconti brevi di facile lettura e spesso esagerate. È un formato lontano rispetto sia al broadshet che al formato berlinese. Il giornale Briannico “Daily Mail” è stato il primo a diventare taboild. I temi che sono trattati in questo formato hanno un linguaggio semplice. Utilizzano grandi illustrazioni, titoli aggressivi e la quantità di testo rispetto alla pagina è ridotta rispetto agli altri formati. Sono ampiamenti usati nel Regno Unito, ma anche molti quotidiani italiani vengono stampati in formato tabloid. L’esperienza dei tabloid è forse quella più importante e usata per le prime pagine dei quotidiani online: dai titoli che attirano l’attenzione alle grafiche colorate passando per i testi diretti che richiamano l’interattività, l’ipertestualità e la multimediatilità.

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Immagine di copertina: Comparison newspaper size.svg, autore Cmglee , fonte Wikipedia