L’ancor più difficile situazione delle donne senza tetto di Berlino durante la pandemia

La pandemia ha avuto ricadute sulla vita di tutti ed in particolare su quella dei più indigenti. É il caso delle donne senzatetto di Berlino, maggiormente esposte sia al virus che alle sue conseguenze socio-economiche.

Petra è una delle 2.500 donne senzatetto che vivono nella capitale tedesca. Arrivata a Berlino l’anno scorso, aveva in programma di alloggiare in città presso un modestissimo albergo mentre cercava lavoro. Tuttavia, quando a Marzo 2020 la Germania ha implementato le restrizioni iniziali, non potendo ancora documentare alcuna attività lavorativa, la donna si è vista rifiutare la possibilità di alloggiare a Berlino ed è finita per strada. “Mi sono formata come chimica, ho lavorato in diversi ristoranti, ho avuto una carriera. Non avrei mai pensato che sarebbe successo a me” ha dichiarato la donna, 60 anni appena compiuti, in coda per la cena all’Evas Obdach, il rifugio per senzatetto di Neukölln.

Le ripercussioni della pandemia

La pandemia ha aggravato lo stress psicologico di chi vive per strada, inaridendo le fonti di reddito dei senzatetto. L’assenza di persone in strada ha ridotto sia il numero di bottiglie riciclabili abbandonate, che le possibilità di mendicare. Anche gli alloggi per senzatetto hanno potuto offrire un minor numero di posti letto per attenersi alle vigenti misure di distanziamento. I dati relativi al numero di persone rimaste senza una casa a causa della pandemia rimangono molto difficili da raccogliere. Come spiega Werena Rosenke, direttrice dell’associazione umanitaria BAG Wohnungslosenhilfe, l’attuale assenza nelle statistiche di un aumento degli homeless potrebbe spiegarsi considerando la sospensione degli ordini di sfratto. Appena le misure si allenteranno, tuttavia, anche gli sfratti riprenderanno e le effettive ripercussioni della pandemia saranno maggiormente evidenti.

Un fenomeno invisibile

Natalie Kulik, fondatrice di Evas Obdach, presenta un’altra dimensione della vita delle senzatetto di Berlino: il profondo senso di vergogna che nella maggior parte dei casi accompagna la perdita di una dimora. La strada è considerata un luogo estremamente pericoloso, evitato dalle donne anche al costo di sopportare violenze domestiche o ricorrere alla prostituzione pur di pagare l’affitto. Chi fallisce nella missione di mantenersi un tetto sulla testa si incolpa per la propria situazione, ricorrendo a piccoli stratagemmi per nascondere la propria condizione. Kulik, per esempio, racconta che la grande maggioranza delle ospiti di Evas Obdach non ammetterebbe mai di essere senzatetto e presta quindi particolare attenzione all’aspetto finisco, sperando di depistare eventuali interlocutori per strada. Questo senso di vergogna contribuisce, infine, a rendere quello delle donne senzatetto un fenomeno quasi invisibile sia per la società circostante che per i responsabili politici del settore.

Servizi per donne senzatetto a Berlino

Con l’arrivo della primavera, preoccupa il rischio che tutta l’assistenza aggiuntiva fornita durante l’inverno scompaia. Contro l’emergenza abitativa ad inizio lockdown, infatti, diversi progetti specificamente rivolti alle donne erano stati inaugurati. Da novembre a marzo, per esempio, il Diakonisches Werk offriva servizi di pernottamento a Segitzdamm. Sempre nell’area di Kreuzberg, il 20 dicembre la Fondazione FSD aveva aperto i primi 30 rifugi d’emergenza per donne senzatetto aperti 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Un’altra importante iniziativa era stata la creazione delle “duschmobil”, docce installate su un camper e rese così disponibili alle senzatetto in sette punti di Berlino, cinque giorni alla settimana. Una famosa catena di rifugi riservati alle donne è rappresentato poi dalla sopracitata Evas Obdachun servizio cattolico che offre alloggio, cibo e assistenza sociale alle senzatetto della capitale. Rimane infine attivo il servizio della FrauenWohnhaus di Wiener Straße che continuerà a lasciare a disposizione delle senzatetto idonee un totale di 26 monolocali arredati in cui vivere temporaneamente. La stessa associazione è inoltre attiva anche a Mariannenplatz, dove offre assistenza ambulatoria.

Immagine di copertina da pixnio

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