La splendida vetrata blu di Marc Chagall in una chiesa di Magonza, Germania

All’interno della Chiesa di Santo Stefano, Magonza, si trova la maestosa vetrata blu realizzata dall’artista Marc Chagall: un simbolo di pace e riconciliazione tra gli ebrei e la Germania

L’unica chiesa in Germania ad ospitare le opere dell’artista russo-ebraico March Chagall è quella di Santo Stefano, a Magonza. Sulla facciata della chiesa gotica si trovano infatti le nove vetrate progettate e realizzate a mano dall’artista, dal 1978 fino alla sua morte nel 1985. Le finestre rappresentano personaggi ed eventi tratti dall’Antico Testamento e furono commissionate all’artista dall’allora sacerdote della cattedrale Klaus Mayer, dopo una fitta e lunga corrispondenza tra i due. L’artista di origine ebraica, infatti, dopo aver vissuto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale non voleva avere più niente a che fare con la Germania. Le vetrate, invece, rappresentano adesso un simbolo di pace e riconciliazione tra gli ebrei e la Germania, in una Chiesa che era stata gravemente danneggiata durante la guerra.

L’importanza dell’opera va ricercata in ciò che rappresenta: un segno visibile di un rinnovato legame tra ebrei e cristiani dopo gli orrori perpetrati dai nazisti. Ci troviamo di fronte al lavoro di un artista ebreo per una chiesa cristiana in Germania, che ha rappresentato temi e figure comuni ai fedeli di entrambe le confessioni religiose. Klaus Mayer ha più volte raccontato la collaborazione con l’artista per la realizzazione dell’opera. “Dopo la guerra, non voleva avere niente a che fare con la Germania. Ho dovuto continuare a ricordargli quanto fosse importante“. E per fortuna l’ha fatto.

Vetrata blu di Marc Chagall

Vetrata blu di Marc Chagall, Foto di erge da Pixabay

Le vetrate e lo stile inconfondibile di Chagall

Le vetrate non erano per Marc Chagall una novità. Prima del lavoro nella Chiesa di Santo Stefano, infatti, aveva già progettato una finestra per la cattedrale di Metz in Francia,  una serie di 12 finestre all’Hadassah-Hebrew University Medical Center a Gerusalemme e la “Finestra della Pace” al palazzo delle Nazioni Unite a New York. Tutte accomunate dallo stile inconfondibile dell’artista, con un prevalere di toni blu, simbolo di pace e fratellanza. “Per me una vetrata è una parete trasparente  posta tra il mio cuore e il cuore del mondo” diceva l’artista.

Le nove finestre di Magonza si distinguono infatti per le loro sfumature blu-indaco, colori che rendono i portali luminescenti quando sono illuminati dal sole. A spezzare il blu compaiono delle tonalità vibranti di giallo, verde e rosso. «I colori parlano direttamente alla nostra coscienza vitale, perché parlano dell’ottimismo, della speranza e delle gioie della vita», ha spiegato Mayer. Attraverso i colori vivaci l’artista riesce infatti a comunicare un messaggio di fratellanza e unione, aspetto che ritorna in tutte le sue opere.

Le finestre centrali dietro l’altare sono di natura narrativa, mentre quelle nel transetto presentano diverse sfumature di blu, rappresentando il cielo. I temi raffigurati sono comuni sia agli ebrei che ai cristiani. Tra le scene narrative compare il “Paradiso”, con Adamo ed Eva accanto all’albero di mele e il serpente tentatore. Mosè che presenta i Dieci Comandamenti, e gli angeli, motivo comune di tutte le vetrate. In un pannello l’artista ha raffigurato Maria che culla suo figlio Gesù, in un altro compare la scena del sacrificio di Isacco da parte di Abramo. Dopo la morte dell’artista, all’età di 97 anni, il lavoro venne completato dal suo amico e collaboratore, nonchè maestro vetraio, Charles Marq, che aggiunse diciannove finestre, che riprendono i toni blu.

Chi era Marc Chagall, uno degli artisti più noti del XX secolo

Marc Chagall, pitture russo naturalizzato francese e di origine ebraica, è stato uno degli artisti più influenti del XX secolo. Nato nel 1887, è noto per i suoi dipinti vibranti e quasi infantili, e per la rappresentazione di quelli che furono i luoghi cardine della sua vita. Soggetti ricorrenti dei suoi dipinti sono le figure umane, rappresentate spesso librate nell’aria, senza gravità. Nonostante la sua vita tormentata riuscì, attraverso le sue opere, a comunicare ottimismo e felicità, rappresentando mondi vivaci e colorati.

Lasciò la Russia rivoluzionaria durante gli anni ’20, e si trasferì in Francia, dove acquisì la cittadinanza alla fine degli anni ’30. Dovette abbandonare anche la Francia durante la Seconda guerra mondiale a seguito dell’invasione dei tedeschi e all’inizio delle deportazioni degli ebrei. Trovò rifugio, come molti altri artisti europei, negli Stati Uniti, dove entrò in contatto con gli ambienti artistici dell’ Avanguardia, senza mai entrare all’interno dei singoli movimenti. Durante tutta la sua carriera artistica mantenne infatti una certa autonomia di stile e temi, autonomia che lo ha reso uno degli artisti più interessanti ed innovativi del XX secolo.

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Foto di copertina: © Pixabay