Merkel,

L’ultimo giorno di Angela Merkel. Ps: nel bene e nel male, ti vogliamo bene

La Germania alle porte di un cambio storico: dopo 16 anni ci si prepara ad un nuovo capo di governo. Si vota fino alle 18

New Orleans si lecca le ferite dopo il passaggio dell’uragano Katrina, al-Qaida rivendica l’attacco ai mezzi pubblici di Londra dove han perso la vita 56 persone, tra cui 4 attentatori, Ratzinger è da poco eletto papa, Berlusconi è al suo terzo governo, Spalletti si siede per la prima volta sulla panchina della Roma e la Juve inizia un campionato che vincerà, ma che sarà revocato…insomma è il settembre 2005 e una donna di 51 anni che tutti descrivono senza carisma si appresta a vincere le elezioni in Germania, un successo che otterrà altre tre volte.

In questa domenica mattina berlinese illuminata da un tiepido sole possiamo solo ipotizzare il turbinio di trepidazioni che a una manciata di chilometri di distanza scuote l’animo di Angela Merkel mentre si prepara ad andare a votare. Chissà, magari come spesso fa, ieri sera è andata al supermercato vicino casa, a Gendarmenmarkt, sentendosi ancora più una cittadina comune sicura che quel gesto che da italiani ci sembra così eccezionale perché normale, un capo di governo che va a fare la spesa, non può essere travisato da nessuno come una mossa elettorale visto che lei è l’unica politica in Germania al momento che non aspira ad essere rieletta.

Forse sbagliamo, ma stamattina ce la immaginiamo come una madre che accompagna suo figlio al primo giorno di scuola, solo che qui non è un pargolo, ma il suo Paese. “A chi lo lascerò in mano?”. Oggi più che mai se non ci fosse già stato, sarebbe stato da inventare il soprannome con cui la chiamano tanti tedeschi, anche chi non ha mai votato per lei, Mutti, dolce abbreviazione di Mutter, mamma.

Ci ha abituato a pragmatismo e opportunismo ammantato però sempre da buon senso. Tra il 2015 e il 2016 si è fatta odiare dal 90% dei suoi compagni di partito e ha deciso di accogliere un milione di profughi dalla Siria e dalle zone limitrofe. È stata l’unica grande leader mondiale occidentale a prendere Trump di petto quasi ridicolizzandolo per le sue uscite. Certo, ha mancato diversi appuntamenti con la Storia, avrebbe potuto, in un momento storico favorevole, portare l’Europa più in alto facendo della Germania un leader non solo economico, ma anche carismatico, un obiettivo che implicitamente da secoli fa parte del carattere dei tedeschi, ma queste critiche, per quanto legittime, sono implicitamente anche apprezzamenti: solo ai più grandi chiediamo di essere ancora più grandi. La speranza è che analoghe critiche si possano fare anche a chi verrà dopo.

Ma, soprattutto, secondo voi appena si formerà un nuovo governo, Merkel cosa farà? Il giro del mondo zaino in spalla? Una vacanza nel Brandeburgo? Smart working dalla sua amata Ischia? Di una cosa siamo sicuri: se si presentasse alle elezioni in Italia è difficile pensare che non vincerebbe.

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