Antico villaggio vichingo scoperto tra i ghiacciai e le montagne norvegesi

Una leggenda locale trova finalmente riscontro nell’archeologia. I resti di un insediamento sono stati datati dal radiocarbonio all’età vichinga.

Negli ultimi anni, il progetto Secrets of the Ice gestito dalla contea di Innlandet ha portato alla luce ritrovamenti molto interessanti. Il team sta studiando diversi siti archeologici minacciati dallo scioglimento dei ghiacciai norvegesi. Nella zona di Lendbreen, in Norvegia, questo sciogliemento ha però permesso la riscoperta di un incredibile sito archeologico. La scoperta ha fatto subito il giro del mondo, rivelando le prove di un insediamento vichingo  sulle montagne norvegesi, lungo un sentiero di alta quota. La notizia ha però posto anche diversi interrogativi. “Chi erano i viaggiatori che attraversavano questo passo di alta montagna e dove stavano andando?”

Il mistero del sentiero di montagna

È dell’anno scorso la notizia della scoperta di un passo di montagna perduto, di età vichinga, nella zona di Lendbreen. Lungo questo sentiero sono stati trovati in mezzo al ghiaccio anche resti di slitte, animali, vestiti e oggettistica per la casa. Ma da chi era utilizzato questo passo di montagna? “Per ottenere una risposta, ci siamo resi conto che avremmo dovuto seguire le orme dei Vichinghi, seguire il sentiero di Lendbeen e vedere dove ci avrebbe portati. Così abbiamo fatto, e il sentiero ci ha portati ad una scoperta incredibile: un insediamento vichingo perduto!” ha dichiarato Lars Pilo. “Abbiamo seguito il sentiero lungo una valle e più a ovest. Man mano che ci avvicinavamo agli allevamenti estivi di Neto, i segnali di traffico intenso si facevano sempre più evidenti”. Le date al radiocarbonio dei reperti svelano che i viaggiatori usavano il sentiero attraverso il passo  circa 1000 anni fa, durante l’era vichinga. La svolta è avvenuta quando l’archeologo archeologo locale Reidar Marstein, durante la ricerca tra fitti cespugli di ginepro, ha trovato finalmente i resti di alcuni edifici.

Indagini archeologiche

In una prima indagine sui resti, che ha richiesto la rimozione dei fitti cespugli di ginepro,  sono state classificate 21 strutture. “Le loro mura esterne apparivano come bassi argini. I test effettuati con una trivella al centro delle rovine hanno indicato la presenza di carbone nel terreno, forse derivante da antichi focolari”. Grazie a questi scavi a campione gli arecheologi hanno potuto confermare che si trattava di antiche abitazioni con tanto di resti di piattaforme di pietra rialzate lungo le pareti laterali. Caratteristica tipica di un edificio abitativo. I test effettuati sui resti del carbone hanno poi confermato che si trattava esattamente di focolai di epoca compresa tra il 750 e 1150, coprendo l’intera cronologia dell’era vichinga.

Di che tipo di insediamento si tratta?

Che ruolo avevano questi edifici? D’altronde il loro ritrovamento non è che un tassello all’interno di un puzzle ben più ampio. La loro stessa costruzione è probabilmente da ricollegare all’intenso traffico dell’antico sentiero, che avrebbe portato alla fondazione di un piccolo abitato, forse una zona di sosta. La situazione non è ancora del tutto chiara. Forse gli edifici fornivano un rifugio notturno per i viaggiatori, oppure costituivano un centro agricolo permanente. Nelle montagne vicine era praticata la caccia alle renne, perciò gli edifici avrebbero potuto fungere come stazioni di caccia.

La leggenda trova finalmente un riscontro

Questa scoperta, di natura straordinaria sotto numerosi punti di vista, non smette di stupire. Infatti, diversi documenti scritti risalenti al XVIII secolo raccontano di un antico insediamento a Neto, sorto molto prima delle masserie estive che oggi vi si trovano. Finalmente oggi è possibile verificare la veridicità di quella che, fino ad ora, era stata considerata solo una leggenda! Almeno due delle rovine risalgono all’età vichinga e in particolare al periodo altomedievale. Le altre rovine sembrano abbastanza simili, quindi potrebbero essere riconducibili alla stessa epoca o essere addirittura più antiche.

“La scoperta dell’insediamento vichingo è terribilmente emozionante. Aggiunge una dimensione completamente nuova ai reperti del passo di montagna di Lendbreen. Ma ci sono ancora molti misteri da risolvere qui”, ha detto Espen Finstad. “Il piano è di continuare le indagini a Neto questa estate. Stiamo inoltre preparando ulteriori rilievi seguendo il sentiero a ovest dall’insediamento vichingo verso i fiordi. Speriamo che ci saranno scoperte più emozionanti lungo il sentiero”.

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Immagine di copertina: John O’Nolan by Unsplash