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Andare a ballare spinge i vaccini. Media maggiore di quella nazionale secondo uno studio inglese

Un rapporto britannico dimostra come il tasso di doppia vaccinazione sia più alto tra chi frequenta concerti.

Sulla gestione dei concerti in tempo di COVID-19 non sembra esserci molta concordanza. C’è chi si dimostra a favore di una riapertura in sicurezza – come i Foo Fighters, per il cui concerto è necessario presentare una prova di vaccinazione o un test negativo -, ma c’è anche chi rifiuta di esibirsi nel caso di un obbligo vaccinale – vedi Eric Clapton. Recente e tutta italiana è poi la polemica sul concerto gratuito di Salmo a Olbia, i cui assembramenti hanno scatenato le reazioni contrariate di artisti e fan. Nonostante ciò, la tendenza sembra essere la prevenzione e la sicurezza. Un nuovo rapporto di Music Venue Trust – organizzazione di beneficenza britannica nel campo musicale – ha svelato il forte desiderio dell’industria della musica dal vivo britannica di creare spazi sicuri dopo la riapertura del Paese.

I numeri

Secondo l’organizzazione, il 91,3% di coloro che partecipano a concerti dal vivo nel Regno Unito si presenta all’evento con una precauzione personale – sia essa la doppia vaccinazione, il test o l’immunità. Di questi, ben il 76,3% ha concluso il ciclo vaccinale, contro il 61,3% della popolazione generale. Quasi tutti i frequentatori di concerti nel Regno Unito (91,6%) saranno inoltre completamente vaccinati entro la fine di settembre – un numero, di nuovo, di gran lunga più alto di quello previsto per la popolazione generale (77,9%). Oltre a ciò, circa 100 locali di musica dal vivo si sono impegnati in una mappatura dei casi e dei tassi di trasmissione nella loro località per esplorare se la riapertura a pieno regime ne influenzasse l’aumento. Inaspettatamente, i tassi di casi di COVID-19 intorno a queste aree sono diminuiti del 39%.

“La volontà di creare spazi sicuri”

“La risposta dei locali, degli artisti e del pubblico alla minaccia COVID è stata incredibile”, ha detto Mark Dayyd, CEO di Music Venue Trust. “Questi risultati dimostrano chiaramente la volontà della comunità della musica dal vivo di creare spazi sicuri, di assumersi la responsabilità personale per se stessi e per gli altri, e di agire per riaprire ogni locale in modo sicuro. Colpisce in particolare il fatto che i tassi di casi e trasmissioni locali intorno ai locali di musica dal vivo, lungi dall’aumentare esponenzialmente come era invece stato previsto, abbiano in realtà superato il declino dei tassi registrato a livello nazionale”.

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