Chiamata in preghiera - Colonia screenshot preso da https://www.youtube.com/watch?v=4gJ13oVuC7Y

A Colonia ora le moschee potranno chiamare in preghiera i fedeli dal minareto

Un nuovo accordo permetterà alle moschee di Colonia di chiamare in preghiera i fedeli musulmani, per la sindaca è un “segno di rispetto”

Un nuovo accordo tra la città di Colonia e la comunità musulmana consentirà di chiamare in preghiera i fedeli ogni venerdì. Nella fattispecie, tutte le 35 moschee della città potranno trasmettere la chiamata in preghiera per mezzo di altoparlanti per una durata di 5 minuti, in un arco di tempo tra l’una e le 15. Si tratta di un’iniziativa che ha lo scopo di dimostrare rispetto e inclusione nei confronti della comunità islamica, spesso vittima di discriminazione e crimini d’odio. L’accordo, che ha la durata di due anni ma potrà essere rinnovato, è il risultato di un dialogo tra  la municipalità di Colonia e i rappresentanti della comunità musulmana. Tuttavia, si tratta di un successo che non ha escluso compromessi. Infatti, oltre la sua durata provvisoria di due anni, l’accordo stabilisce che le moschee che eseguiranno la chiamata dovranno avvisare in anticipo chi abita nelle vicinanze e adeguarsi a limitazioni sul volume degli altoparlanti.

Il nuovo accordo rischia di fomentare l’islamofobia in Germania

Il nuovo accordo che permette di eseguire la chiamata in preghiera nella città di Colonia è stato accolto in modo ambivalente. Da un lato, la comunità musulmana ha recepito l’iniziativa positivamente, vedendola come un passo in avanti verso l’inclusione e la libertà di vivere il proprio culto a pieno. Allo stesso tempo però, l’accordo ha attratto parecchie critiche, fomentando di fatto un sentimento islamofobico ben radicato in Europa. La sindaca di Colonia, Henriette Reker, ha dovuto rispondere alle critiche con un tweet, in cui evidenziava che “Colonia è la città della libertà e diversità religiosa”. “Molti cittadini a Colonia sono musulmani”, ha aggiunto, “consentire la chiamata in preghiera è un segno di rispetto.” Queste dichiarazioni mostrano che decisioni come quella della municipalità di Colonia, sebbene possano provocare una maggiore espressione d’intolleranza nel breve periodo, sono necessarie per ribadire l’importanza dell’integrazione delle minoranze.

Cosa significa far parte della comunità islamica in Germania

La Germania ospita la più grande comunità islamica dell’Europa occidentale dopo la Francia. Lo Stato tedesco infatti conta circa 4.5 milioni di musulmani, i quali così formano il più grande gruppo tra le minoranze religiose. Nonostante la forte presenza musulmana nel paese, non sono rari gli attacchi contro persone appartenenti alla religione islamica. Soprattutto negli ultimi anni, il sentimento anti-migranti si è confuso con quello anti-islamico e di riflesso anti-turco. La comunità turca infatti rappresenta circa metà delle persone musulmane in Germania e la xenofobia alimentata dai discorsi populisti di destra ha fatto sì che svariati crimini d’odio si riversassero non solo contro comunità di migranti ma anche sulle seconde e terze generazioni. Di conseguenza, molti degli attacchi in funzione anti-migratoria hanno colpito i luoghi che richiamano l’identità islamica, quindi le moschee. In un clima in cui sembra crescere l’intolleranza religiosa, l’accordo sulla chiamata in preghiera viene in aiuto a chi cerca una società più inclusiva e tollerante.

La Moschea Centrale di Colonia: un simbolo di unità spesso bersaglio di attacchi islamofobici

La Moschea Centrale di Colonia, inaugurata nel 2018, è la più grande in Germania. Sin dalla sua costruzione è stata pensata come simbolo di apertura nei confronti di tutte le religioni. Non a caso, la stessa struttura architettonica rimanda a concetti di accoglienza e inclusione. Infatti l’edificio è caratterizzato da grandi vetrate, dominate da una maestosa cupola in vetro e cemento che dà l’impressione di aprirsi come il bocciolo di un fiore. Purtroppo, però, la moschea è spesso oggetto di dibattito e vittima di attacchi mossi da un sentimento islamofobico. La controversia è iniziata a partire dalla sua stessa costruzione. Ingenti donazioni da parte dell’Autorità turca per gli Affari Religiosi (DITIB) hanno infatti finanziato il progetto, il che ha contribuito a creare l’opposizione del Governo federale tedesco. In seguito, nonostante l’approvazione del consiglio comunale di Colonia, la moschea non ha mai smesso di attrarre manifestazioni di intolleranza. Molti criticano le dimensioni dell’edificio, le quali avrebbero rovinato lo skyline della “città cristiana”. Ancora più rilevanti sono le periodiche proteste organizzate da gruppi di estrema destra che si concentrano attorno alla moschea.

 

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Immagine di copertina: Chiamata in preghiera – Colonia, screenshot preso da Youtube