A Berlino “Easy Rider Road Show” una mostra che ridefinisce il ruolo della bicicletta nella nostra società

Easy Rider Road Show: lo spirito sovversivo della subcultura giovanile attraverso la libertà delle due ruote

Easy Rider Road Show è la mostra del Märkisches Museum che illustra lo spirito sovversivo della subcultura e la ricerca della libertà attraverso la reinterpretazione del ruolo della bicicletta. La mostra – visitabile fino al 27 marzo – raccoglie sei progetti fotografici, dove i protagonisti della scena sono parte integrante di una subcultura selvaggia e ribelle. Attraverso il potere delle immagini, si evince un legame profondo che intercorre tra l’uomo e la bicicletta. Emergono tuttavia ulteriori aspetti che arricchiscono la storia della subcultura e il sorgere di una nuova comunità contraddistinta da una forte identità. Sconfinando aldilà della mera concezione di mezzo di trasporto, perché quello fu il suo ruolo inizialmente, si può notare come la bicicletta interagisca con il mondo esterno. La moda, la cultura, la politica, il design e la viabilità sono solo alcuni degli elementi che sono stati influenzati dall’evoluzione della bicicletta. Il potenziale della bicicletta è di modificare lo stile di vita della città e persino di cambiare la concezione stessa di città.

Una comunità in movimento

La comunità è al centro dei progetti fotografici di Easy Rider Road Show, una comunità in continuo movimento verso l’inclusione sociale. Ne sono un esempio le numerose associazioni attive nel mondo: tra queste c’è “Rückenwind”, sorta a Berlino nel 2015. Nel momento in cui giunsero in Europa grandi ondate migratorie, i sei fondatori pensarono che ci sarebbe stato un gran bisogno di biciclette tra la comunità di rifugiati. Una comunità che nel tempo è cresciuta e si muove verso un unico obiettivo: donare le biciclette a chi si trova in una situazione di svantaggio sociale. La bicicletta è sinonimo di emancipazione. Lo sanno bene le donne, che tra la fine del 19° e gli inizi del 20° secolo, hanno ridefinito il loro ruolo nella società attraverso l’uso della bicicletta. Una forma di indipendenza, di libertà e di collaborazione che ha guidato e rafforzato il movimento femminile. Altre manifestazioni, più attuali, come il “Critical Mass”, sorto nel 1992 a San Francisco, contribuiscono a rafforzare l’identità della comunità. L’obiettivo è di rendere visibili le biciclette nel contesto urbano, migliorando le condizioni dei ciclisti in uno spazio dominato oramai dalle auto.

Uno sguardo dall’obiettivo

Easy Rider Road Show fornisce una panoramica sui molteplici significati che la bicicletta può veicolare. Ogni progetto si addentra in un contesto unico ed esclusivo, dove la comunità ridefinisce il proprio ruolo all’interno della società. Ogni individuo che ne prende parte, è parte del cambiamento. Così Tod Seelie, Julie Glassberg, Christophe Gateau, Adam Corbett e Jeoffrey Guillemard consegnano ai nostri occhi una prospettiva sovversiva, rivoluzionaria ed esclusiva della subcultura. “Bike Kill” è la manifestazione della creatività e della fantasia dei componenti del Black Label Bike Club, formatosi a Minneapolis nel 1992. I loro rappresentati assemblano e creano biciclette, definite “Mutant Bikes” e che evocano le forme delle prime bici della fine dell’800. Recuperando e riciclando componenti in disuso, si oppongono al diffuso comportamento consumistico.

Sempre Tod Seelie ha immortalato, attraverso il progetto “Into the Wild”, l’esperienza on the road di un gruppo di bikers che si sono avventurati tra i paesaggi sconfinati del Colorado muovendosi con il proprio ritmo. “Slow Ride” è un modo di intendere la bicicletta e il ciclismo: è un modo per scappare dai frenetici ritmi quotidiani, per evadere da un sistema che non ci rappresenta più o per ricercare qualcosa in noi stessi.

“BikeStormz”, progetto presentato da Adam Corbett, è una manifestazione che si svolge a Londra con il motto “Knives down, Bikes up”. La vita dei teenager nella capitale inglese è minacciata dai numerosi casi annuali di accoltellamento, spesso fatali per le vittime. In risposta a un fenomeno che macchia l’immagine di Londra, moltissimi giovani si riversano per le strade della città impennando con la loro bicicletta. Il progetto, nato nel 2014 dall’idea di Marc Ferrari e Jake O’Neill, riunisce la comunità diffondendo consapevolezza e sensibilizzazione su un tema delicato per i giovani londinesi.

Jeoffrey Guillemard infine, con il suo reportage all’interno del Chilangos Lowbike Club, ci mostra la comunità messicana in sella alle proprie biciclette Lowrider. Il loro aspetto minaccioso, arricchito da tatuaggi e piercing, non rappresenta le loro abitudini e i valori del loro club, che si mantiene a distanza dalla violenza e dal consumo di alcol e droghe. Durante le loro performance, partecipano tutti i membri della famiglia, compresi i più piccoli. Le radici della cultura Lowrider discendono dalla cultura degli immigrati latini negli Usa, amanti delle auto e delle biciclette con un basso profilo.

 

Easy Rider Road Show

Easy Rider Road Show è un progetto di Musuku (Museum of Subcultures) in collaborazione con Stadtmuseum Berlin Foundation

Märkisches Museum am Köllnischen Park 5, 10179 Berlin

13 Novembre 2021 – 27 Marzo 2022

Martedì – Venerdi 12 – 6 pm

Sabato e Domenica 10 – 6 pm

Ingresso acquistabile attraverso il link. €7 intero, €4 ridotto

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In copertina: Easy Rider Road Show ©Christophe Gateau