Merkel: “La strada è ancora lunga per la parità dei diritti delle donne”

A 25 anni dalla dichiarazione di Pechino il bilancio della Merkel non è positivo: ancora molto da fare per i diritti delle donne

I diritti delle donne e la parità di genere sono ancora un miraggio. Per raggiungere concretamente queste mete, il percorso è ancora piuttosto lungo. Queste le opinioni della Cancelliera tedesca a 25 anni dalla dichiarazione di Pechino. Come riportato dalla Deutsche Welle, giovedì scorso hanno preso parte via streaming i leader mondiali firmatari al 25º anniversario dello strumento più importante per la tutela internazionale dei diritti delle donne promosso dalle Nazioni Unite.

La parità di genere è necessaria nell’economia, scienza e politica, nessun settore escluso. Un impegno, come procede la Deutschlandfunk, in cui devono cooperare tanto le donne quanto gli uomini. La Cancelliera tedesca, però, non si limita alle critiche. Forte è stato l’appello a maggiore collaborazione e cooperazione tra i leader coinvolti. Obiettivo di quest’approccio d’insieme è proprio quello di ottimizzare i tempi. Prima si riconosco questi diritti, meglio è.

In piena sintonia con le opinioni della cancelliera anche António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite. Una vera e propria recessione ha frenato il progresso dei diritti delle donne e della parità. Il maggiore responsabile di questo sviluppo negativo è stato proprio il Covid-19, come dichiarato da Guterres su Twitter. La pandemia, infatti, ha accentuato il rifiuto e le difficoltà nel tutelare i diritti delle donne. Sono proprio queste ultime, infatti, le maggiori vittime della crisi economico-sociale scatenata dalla pandemia. La violenza domestica, aggiunge la Deutschlandfunk, è un’altra piaga con cui fare, purtroppo, i conti. Per il Segretario questa recessione va immediatamente fermata. I diritti e le libertà femminili, infatti, sono le fondamenta per un mondo di pace e prosperità. Importanti, infine, anche le parole di Hillary Clinton per l’occasione: «i diritti delle donne sono anche diritti umani».

Donne nell’economia: la ricetta di Frau Merkel per la parità

Pechino, 1995. Quarta conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne. Ben 189 paesi sottoscrivono di priorizzare piena ed equa partecipazione delle donne nella politica, economia, società e cultura. Questo su scala locale, nazionale e mondiale. L’impegno è anche quello di sradicare la discriminazione di genere. Il cammino per arrivare a una vera e piena parità, però, è ancora lungo.

Soprattutto a causa della pandemia, prosegue la Cancelliera nella  Frankfurter Allgemeine, le donne devono poter rivelare e sfruttare il loro potenziale. Si tratta di una questione di logica economica. Le pari opportunità implicano una vera e propria svolta culturale. Maggiore flessibilità e adattamento va, inoltre, garantito nel mondo del lavoro. L’opportunità di smartworking non significa automaticamente una migliore condizione occupazionale per le donne. Per la maggior parte delle lavoratrici i cambiamenti nella gestione della casa e cura dei bambini sono difficili da conciliare.

Le donne devono occupare più posizioni lavorative ad alti livelli

Più donne anche in posizioni dirigenziali. Nei livelli più alti delle società e negli organismi dirigenziali, infatti, le donne occupano appena il 36% delle posizioni totali. Invariata, purtroppo, la tendenza negli organismi di controllo delle aziende o delle Borse. Tolleranza zero da parte della Merkel per quelle imprese il cui impegno a favore delle donne è altrettanto basso, scrive il Frankfurter Allgemeine.

Gli sviluppi, però, non sono solo negativi. Nell’Ufficio Federale si è raggiunta una quota minima del 50% di presenza femminile. Numerose le iniziative future a sostegno delle donne. Una delle più importanti prevede una fusione di aziende ed imprese mondiali volte a favorire l’impiego femminile. Google, Volkswagen , Siemens e IBM tra i partecipanti all’iniziativa. Pieno sostegno arriva anche della Cancelliera stessa e dal Ministero Federale della Difesa tedesco.

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