©dimitrisvetsikas1969, commissione europea, CC0

Come i tedeschi spiegano il rialzo dello spread tra titoli di stato d’Italia e Germania

In Germania si guarda con preoccupazione alla situazione economica italiana.

Martedì 23 ottobre la Commissione europea ha bocciato il Documento programmatico di bilancio dell’Italia per il 2019. Precedentemente, venerdì 19 ottobre, l’agenzia di rating Moody’s ha classificato il debito sovrano italiano da Baa2 a Baa3, appena sopra il livello “spazzatura”. Nonostante entrambi gli eventi fossero già previsti da tempo, la notizia ha causato preoccupazione in terra tedesca. Si teme per la stabilità dell’economia italiana e, dunque, per quella della zona euro. I toni sono molto critici soprattutto nei confronti della politica di bilancio progettata dall’attuale governo italiano, considerata troppo dispendiosa, priva di garanzie e responsabile del declassamento del debito sovrano italiano e dell’aumento dello spread tra titoli di stato italiani e quelli tedeschi.

La Germania spiega l’innalzamento dello spread tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi con il debito pubblico

In Germania si ritiene che la manovra di bilancio che il governo italiano intende attuare sia una mossa eccessivamente rischiosa. L’attenzione è rivolta soprattutto al debito pubblico italiano, oggi di 2.300 miliardi, il più esteso della zona euro. Infatti è pari al 131,8 per cento del PIL ma con i nuovi interventi economici progettati aumenterebbe del 2,4 per cento nel giro di un anno. Molto al di sopra del limite dell’1,6 per cento che auspicava Bruxelles. In terra tedesca si dava per scontata la bocciatura da parte della Commissione europea del piano del governo italiano e si ritiene perciò inspiegabile la decisione di quest’ultimo di perpetrare nel progetto. Si evoca il confronto con la situazione economica di Francia e Germania, che rischia di rendersi ancora più impietoso. Infatti, il debito pubblico tedesco si arresta al 60 per cento del PIL, mentre quello francese non supera il 100 per cento. Si ritiene, inoltre, che una politica di austerità, dunque perfettamente in antitesi con quella che il governo intende realizzare, rassicurerebbe più i mercati e ristabilirebbe il debito pubblico entro i parametri dettati dalla Commissione europea.

©Jai79, commissione europea, CC0

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La crisi dell’economia italiana sortirà conseguenze in tutta l’Unione europea

La preoccupazione tedesca nei confronti della situazione economica dell’Italia deriva dal fatto che quella del nostro Paese è la terza forza economica dell’Unione europea. Un tracollo dell’economia italiana comporterebbe una situazione di forte crisi per tutta la zona euro. La prima a venire coinvolta sarebbe la Francia, la seconda economia dell’UE, le cui banche hanno effettuato cospicui investimenti in Italia.

Il clima tra gli Stati dell’Unione europea si sta surriscaldando

Il fatto che la politica di bilancio che il governo italiano intende realizzare non rientra nei parametri della Commissione europea in Germania è vissuto come un gesto di avversità nei confronti di tutti gli altri paesi dell’Unione. Perciò si temono reazioni negative da parte di altri capi di stato europei. Già il cancelliere federale austriaco Sebastian Kurz si è espresso con parole tutt’altro che concilianti: «L’Austria non è disposta a sostenere i debiti degli altri stati, mentre questi accettano consapevolmente l’incertezza dei mercati». L’atteggiamento più pacato del ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz, del partito di sinistra SPD, lascia comunque trapelare una generale posizione di sfiducia nei confronti del governo italiano. Scholz infatti invita i media ad abbassare i toni e a non proseguire l’onda di astio nei confronti dell’Unione europea che sta cavalcando «il governo populista italiano».

Le possibili soluzioni immaginate dai tedeschi

La Commissione europea ha dato all’Italia tre settimane di tempo per redigere un nuovo piano di bilancio per il 2019. Si spera che in questa occasione si possa giungere a una soluzione di mediazione. Ovvero, si auspica che venga presentato dall’Italia un progetto che rispetti i dettami della Commissione. Per questo, l’evitare conflitti diplomatici e «la moderazione verbale» sono considerati delle priorità. Le parole del primo ministro Giuseppe Conte vengono dunque vissute come confortanti: «non siamo un’orda di teste calde, ma siamo disponibili a dialogare. Non c’è nessuna possibilità che l’Italia esca dalla zona euro». D’altro canto, però, si ha ben presente che è necessario giungere ad una soluzione in modo urgente. Infatti, come comunica un diplomatico dell’UE, «i mercati stanno reagendo molto rapidamente e con energia».

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Immagine di copertina: ©dimitrisvetsikas1969, commissione europea, CC0