Sara Ercoli tra Berlino, Luigi Nono, arte e guerra

17 Ottobre: ricorre un triste anniversario per l’arte europea, legato agli orrori della seconda guerra mondiale. Lo stesso giorno, nell’autunno del 1944, 1390 artisti ebrei (tra loro poeti, musicisti, scrittori, attori) venivano giustiziati nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau, dopo aver vissuto per quattro interminabili anni in quello che veniva definito ghetto modello, Therezin, grottescamente concepito dai nazisti per negare l’esistenza dei lager.

La musica contemporanea ha spesso ricordato i tragici eventi dell’Olocausto, rievocando i fatti, ricordando quelle vite che, per usare le parole di Primo Levi, finivano su per i camini: Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz (1965), di Luigi Nono, forse il più politico tra i compositori contemporanei, ne è un esempio.

Proprio a Nono, e al tema della guerra, è stata dedicata lo scorso Giugno la terza edizione di Pentagramma Italiano, presso la Sankt Elizabeth Kirche.

Direttrice artistica e regista è stata Sara Ercoli, che dopo l’esperienza di insegnamento presso la Theaterschool di Amsterdam, e una lunga tournèe internazionale con Maurizio Pollini, da 5 anni vive e lavora a Berlino.

Con lei abbiamo ripreso, in occasione dell’anniversario del 17 ottobre, i temi affrontati nella terza edizione di Pentagramma, che mostrano con tutta evidenza che le opere musicali complesse, come diceva Berio, sono momenti insostituibili di un processo storico.

Sara, il festival quest’anno ruotava intorno a due temi, che per molti versi si intersecano tra loro: l’opera di Nono e il tema della guerra.

I temi sono stati suggeriti da due ricorrenze: il 2015 segna infatti sia i 70 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, sia i 25 dalla morte di Luigi Nono. La sensibilità del maestro veneziano al tema della guerra ha fatto sì che i due elementi si fondessero.
Il leit-motiv della guerra e della perdita ha quindi guidato la serata: guerra sia come concept di contenuto, inserito per contrasto nel tema ‘luce’, sia come concept visivo suggerito dalla location (la St Elisabeth Kirche con le sue enormi finestre e soffitto di vetro) e dal concetto teatrale insito nella tragedia, dove l’uomo, quando colpito da questa, lo e’ sotto alla luce del sole, senza distinzioni di classe, senza riparo o poteri supernaturali. Un’idea molto noniana (Nono portava la musica colta nelle piazze, nelle fabbriche, negli spazi popolari ndr). Luigi Nono ha dedicato la propria vita e la propria arte a dare voce a chi voce non aveva, a denunciare l’ingiustizia, la violenza e la discriminazione ovunque questa avvenisse, attraverso parole vere (si pensi a A Floresta, dedicata al fronte di liberazione per il Vietnam, dove si ascoltano parole di Fidel Castro, di un operaio della Fiat, del soldato vietnamita mandato al fronte).

Vuoi ricordarci il programma di Pentagramma 2015?

Per la terza edizione, d’accordo con il consulente musicale e compositore Meinrad Kneer, il programma musicale ha presentato lavori di Luigi Nono (‘La Lonananza’ e ‘Fragmente’), di Sciarrino (una selezione dai Capricci) ed ha offerto lo spazio anche ad ‘Equale’ composizione di Richard Barrett e Kees Tazelaar, dedicata a Luigi Nono e scritta appositamente per essere suonata in St Elisabeth (ma per una rappresentazione di anni prima), composizione che ha accompagnato la piece di danza interpretata dall’ israeliana Yaara Dolev e diretta da me. Il pezzo, sempre in omaggio a Nono, si intitola ‘ La nostalgia del futuro’, citazione presa in prestito proprio dal Maestro veneziano.

Davvero d’impatto è stato assistere alla pièce di danza interpretata dall’ israeliana Yaara Dolev: un’interpretazione intensa, particolarmente forte e realistica.

L’idea era quella di rappresentare una donna, tutte le donne, madri, mogli, figlie, amanti che attendono a casa, nella loro ‘libera-prigione’, che il loro uomo torni. Memorie si mischiano a desideri, sentimenti di impotenza e ricordi gioiosi, qualunque cosa serva a ridare coraggio, un pensiero, un’idea, viene abbattuta dalla visione delle sedie vuote. Ma la sedia diventa anche ricordo, di una cena, delle prime smorfie del figlio, di una lite…Yaara conta i giorni, urla, canta e aspetta, vuota come la sedia. Combatte nella mente mentre il suo uomo combatte al fronte.

Un’altra donna, la soprano Barbara Hannigan, ha interpretato Nono.

Barbara ha interpretato la canzone Djamila Boupacha scritta da Luigi Nono per l’attivista algerina del fronte di liberazione nazionale condannata a morte nel 61 e vissuta fino al 62. Il testo essenziale e scarno, cosi’ come le note (acuti senza vibrato: Nono era un compositore di rottura, come gli altri, dal mondo classico, e il vibrato rappresentava un’opera borghese da cui senz’altro aveva preso distanza) rappresentano lame nel cielo, lame con cui Djamila, prova a ricordare a se stessa che c’e’ qualcosa d’altro e non solo questo fango… Nella sua forte fragilita’ la Hannigan presenta una donna che, quando e’ impossibile sperare, cerca la speranza e non si arrende. Come le donne e gli uomini di Terezin, come quei musicisti che montavano e smontavano i loro strumenti nei campi di concentramento pur di continuare a suonare e quindi a vivere, nonostante le atrocità.

Su quali materiali avete lavorato tu e Meinrad Kneer, compositore e consulente musicale di Pentagramma?

Molti sono gli spettacoli in cui si sono lette, recitate e celebrate le lettere dei soldati al fronte, per questa edizione ho voluto scegliere le lettere scritte da quelle persone che non hanno preso medaglie, quegli eroi silenziosi che pure tanto, troppo, hanno sofferto durante la guerra le donne ‘rimaste’ a casa.
Abbiamo ricercato testi nell’archivio Kampowski, e scelto di dar voce a quelle donne, che, con coraggio, ironia, semplicità, affetto, rabbia inespressa e dolore trattenuto, hanno scritto ai loro uomini al fronte, fossero essi mariti, figli, padri, fratelli.
In un clima di attesa e di fame (per alcune, ma ci sono anche lettere di donne privilegiate, sposate ad ufficiali) continuano a vivere, a sopravvivere, prendendo la speranza in un’attesa surreale, popolata da mostri del pensiero e da notizie mancate o agghiaccianti.

Prima di Nono, furono Berio e Lombardi al centro della programmazione di Pentagramma: la scelta non stupisce, è stata quasi un obbligo, data la rilevanza che tutti e tre hanno avuto nella storia della musica, visto il solco che hanno tracciato. Ma lasciando da parte l’eredità musicale, quale ragione spinge ad ascoltare la scuola di Darmstad? Dove la sua attualità?

Darmstadt fu il luogo di incontro di diversi musicisti rappresentativi della nuova scena della musica elettronica.
Gli scambi fra Stockhausen, Nono, Sciarrino, Boulez, Berio, Maderna e molti altri hanno segnato e cambiato la storia della musica. Oltre al luogo questi compositori condividevano i temi sociali e politici ai quali le loro opere si ispiravano e di cui, attraverso le stesse, volevano denunciare la condizione. Ecco, credo quest’ultimo aspetto sia assolutamente importante da sottolineare: la loro dimensione politica, che li rende assolutamente attuali anche per chi non è un esperto di musica contemporanea.

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