Quanti miliardi di euro vengono bonificati all’estero dagli immigrati in Germania e in Italia

I trasferimenti di denaro dei migranti e rifugiati verso i loro parenti in patria sono aumentati in modo significativo, sia in Germania che in Italia.

In particolare, le somme inviate sono di gran lunga superiori rispetto agli aiuti statali a migranti e rifugiati, come scrive Frankfurter Allgemeine. Il Ministero dello Sviluppo di Berlino, per esempio, ha speso circa 7,8 miliardi di euro nel 2016. Nello stesso anno i migranti hanno trasferito l’equivalente di 17,7 miliardi dalla Germania ai Paesi di origine. Si tratta di circa 6,5 miliardi in più rispetto al 2007, come dimostra la risposta del governo federale a una richiesta del gruppo parlamentare AfD (Alternative für Deutschland). I cosiddetti Rücküberweisungen (‘bonifici verso casa’) sono diventati un importante fattore economico per molti Paesi. Dagli anni ’80, la globalizzazione ha aumentato il numero di migranti e conseguentemente i trasferimenti finanziari. I flussi di cassa seguono i grandi flussi migratori. Al momento grandi somme di denaro fluiscono da nord a sud, ma anche tra gli stessi Paesi in via di sviluppo.

Le cifre e i Paesi che ricevono più trasferimenti

I principali Paesi beneficiari sono l’India, le Filippine, il Messico, l’Afghanistan e il Kosovo. Seguono la Moldavia e il Tagikistan. «Il Messico e gli Stati Uniti sono attualmente il più grande corridoio migratorio al mondo», afferma l’economista della Banca Mondiale Kirsten Schüttler. La Germania è uno dei primi Paesi al mondo per trasferimenti di denaro privati. È infatti inferiore solo a Stati Uniti, Arabia Saudita e Svizzera. «Nel 2015 i bonifici di rifugiati e migranti in patria ammontavano globalmente a circa $ 602 miliardi. Invece, circa $ 440 miliardi vengono trasferiti ai Paesi in via di sviluppo», dichiarò Schüttler l’anno scorso. Gli aiuti statali globali per lo sviluppo invece sono solo circa $ 150 miliardi. Infine, ci sono grandi somme che vengono inviate tramite canali informali come amici e familiari e non compaiono sui bilanci ufficiali.

I trasferimenti dall’Italia ai Paesi d’origine degli immigrati

La Banca d’Italia ha recentemente pubblicato i dati sui flussi di denaro contante che si muovono dal nostro Paese verso l’estero tramite trasferimenti bancari. Il primo Paese in classifica è la Romania, seguita da Bangladesh, Filippine, Senegal e India. Tuttavia, all’elenco mancano le ampie comunità di albanesi e marocchini. I numeri sono abbastanza dettagliati da permetterci di capire esattamente da dove arriva il denaro e dove è diretto. Da Roma, per esempio, i soldi partono soprattutto verso Romania e Bangladesh, mentre da Milano il denaro viene inviato di frequente in Perù o nello Sri Lanka. Diverse decine di milioni di euro raggiungono le Filippine. Caso interessante, infine, quello della Cina, che aveva avuto inizialmente un boom enorme di soldi ricevuti, con un picco nel 2012. In seguito il flusso è diminuito fino quasi a scomparire.

Nessun danno significativo per i Paesi ospitanti

Secondo Stephan Klasen, professore di Economia a Göttingen, i Paesi donatori non devono temere il deflusso di capitale. «Per i Paesi ospitanti complessivamente, gli effetti sono piccoli e senza dubbio trascurabili», ha detto Klasen. «Se consideriamo la differenza tra i soldi che escono e i profitti delle aziende tedesche all’estero, il fenomeno è appena percettibile». I migranti importano non solo denaro, ma anche prodotti tedeschi come automobili o elettrodomestici da cucina. Indirettamente, questo significherebbe anche promozione aziendale favorevole per la Germania. Anche i ricercatori dello studio per la Banca d’Italia precisano che “questo risultato fa emergere il ruolo primario dell’altruismo e della riduzione della povertà”. In altre parole, alcuni abusi ci sono, ma i trasferimenti sono per lo più risparmi di lavoratori che aiutano le famiglie rimaste a casa.

Aspetti positivi del trasferimento di denaro ai Paesi in via di sviluppo

Gli esperti hanno a lungo sostenuto che i trasferimenti aiutano a risolvere il problema della povertà nei Paesi in via di sviluppo. I sostenitori parlano di una situazione vantaggiosa per tutti. I pagamenti vanno direttamente agli individui e alle famiglie e non sono filtrati da un’amministrazione potenzialmente corrotta. In altre parole, aumentano direttamente il reddito delle famiglie. «I migranti offrono una prospettiva futura ai propri cari. Così facendo disincentivano la possibilità che altri intraprendano una fuga pericolosa verso l’Europa», ha detto Uwe Kekeritz (Verdi). Il governo federale considera perciò i bonifici come forma reale di “promozione dello sviluppo”.

Aspetti negativi dei trasferimenti

C’è purtroppo anche un rovescio della medaglia. Di solito infatti i più poveri non traggono gran beneficio da questo fenomeno, poiché non possono permettersi di mandare parenti all’estero. Le società di provenienza, poi, perdono sostanzialmente molti degli individui più istruiti. Inoltre, i Paesi di origine possono diventare dipendenti dagli afflussi elevati e dunque meno intraprendenti. Nel 2013, circa il 42% del prodotto interno lordo del Tagikistan consisteva dei trasferimenti di soldi da parte degli emigrati. Approfittano della situazione, peraltro, anche le grandi compagnie internazionali che effettuano i trasferimenti. Western Union, Moneygram e Ria realizzano infatti profitti enormi. Il governo tedesco si è posto come obiettivo quello di ridurre i costi di transazione, a volte molto elevati, a meno del tre percento entro il 2030.

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Foto di copertina: © Christian Dubovan, Hands Hands Money, BY-SA CC 0.0