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NYT: “Se l’Italia è il Paese dell’arte e Parigi la città dei musei, Berlino è la casa degli artisti”

L’importante quotidiano New York Times parla dell’atmosfera artistica che si respira a Berlino

Berlino cambia e si imborghesisce, ma è ancora un’esca che attrae artisti da tutte le parti del mondo. Cantanti, dj, pittori, architetti, grafici e artisti di ogni tipo scelgono ogni giorno la capitale tedesca come casa e luogo dove far nascere la loro arte. Tra arte a cielo aperto, ex edifici occupati e vecchie sedi della SS, la capitale si presta come città malleabile al recupero, attraverso la fantasia e creatività di edifici con importanza storica, oppure alla costruzione di nuove costruzioni e quartieri come quelli di Neukölln e Wedding. È ciò che pensa il New York Times in un reportage a firma di Ted Loos.

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Artisti americani e non solo che scelgono Berlino

Per descrivere il clima artistico a Berlino, il New York Times cita le storie di artisti provenienti da e fuori Europa che a Berlino hanno trovato una casa per la loro arte. Tra loro c’è Klaus Biesenbach, direttore  del MoMa PS1 e curatore at large del Museum of Modern Arts che ha vissuto per quindici anni a Berlino. Era nella capitale durante la caduta del Muro, vivendo in prima persona gli anni della riunificazione cittadina cercando di capirne debolezze e punti di forza. Negli anni ’90 ha fondato la Kunst-Werke (KW) Institute for Contemporary Art in Berlin e la Biennale dell’arte. Ebbe l’intuizione di fare utilizzare l’inglese in tutte le comunicazioni del Kunst-Werke, una scelta azzardata all’epoca, ma vincente nel rendere ogni iniziativa promossa comprensibile da chiunque, non solo tedeschi, ma stranieri residenti e non in città. A guardarla a distanza di vent’anni fu sicuramente uno dei fattori determinanti per fare accendere i riflettori sulla scena artistica cittadina e ad attrarre anni dopo artisti del calibro di Trevor Plangen, vincitore dell’ambito premio McArthur Fellowship nel 2017, l’orami osannato Ai Weiwei e il pittore irlandese Sean Scully che ha scelto di stabilire a Reinickendorf, vicino Tegel, un ufficio di ben 6 mila metri quadrati.

I motivi per cui secondo il New York Times gli artisti scelgono Berlino

Secondo il giornale statunitense gli artisti scelgono di risiedere a Berlino per lo spirito che emana la città, una sorta di rivincita dopo nazismo e guerra fredda. Non una novità: Berlino era già una delle capitali europei della cultura del Novecento, ma un ritorno. «Cosmopolita e ospitale verso gli artisti, la capitale tedesca è aperta senza pregiudizi alle novità, così come la gente che ci vive». Può essere definita centro del nuovo e dell’alternativo. La struttura della città permette la ristrutturazione di edifici storici in templi dell’arte moderna, oppure l’utilizzo di spazi inutilizzati. Berlino ha nove volte gli spazi di Parigi. Gli artisti sono aperti alle nuove influenze culturali e intellettuali, le novità sono ben accette e mai fermate da problemi di denaro o tentativi di censura. C’è logicamente anche una ragione economica: Berlino, nonostante il continuo rialzo dei costo degli  affitti, rimane comunque più accessibile di New York, Londra o Parigi. Atelier e appartamenti in centro possono costare anche la metà degli omologhi in un’altra grande capitale. Il giornale fa quindi un paragone tra i centri nevralgici dell’arte: Londra e Hong Kong sono punti importanti di contatto tra clienti e venditori nelle vendite all’asta delle opere. Se Parigi è la città dei musei e in Italia l’arte spunta da ogni angolo, Berlino è, e rimane, la casa degli artisti.

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Foto di copertina: ©49799 CC BY-SA 0.0