Il club la Belle di Berlino e quell’attentato in cui morirono tre persone

Il quartiere di Friedenau, situato nel quadrante sud-ovest di Berlino, è attraversato dalla sua via principale, l’Hauptstraße.

Questo lungo viale è composto da una serie di edifici piuttosto anonimi costruiti nei primi anni del ‘900 e uno di questi è il Roxy-Palast, un grosso palazzo color pesca che ospita negozi e uffici. Al lato dell’entrata di un supermercato è posta una piccola placca in ricordo dei fatti del 5 Aprile 1986, quando esplose una bomba che uccise tre persone e ne ferì oltre duecento.

Fino a quell’anno infatti, il Roxy-Palast ha ospitato la discoteca La Belle, all’epoca popolare ritrovo tra i militari statunitensi di stanza a Berlino Ovest. La notte del 5 Aprile, la discoteca era gremita di persone, circa 500, quando all’ 1:45 un ordigno posto sotto la consolle del dj esplode uccidendo sul colpo il ventunenne sergente americano Kenneth Ford e Nermin Hannay, una ragazza ventinovenne di origine turca. Dopo due mesi di agonia muore in ospedale anche James Goins, anch’egli sergente di venticinque anni. In seguito all’esplosione rimangono ferite anche 230 persone, 79 di questi soldati USA, molti dei quali rimarranno invalidi.

 

Bastarono poche settimane di indagini per capire che Berlino Ovest era rimasta coinvolta in dinamiche internazionali non solo da Guerra Fredda, ma anche dal nuovo fenomeno del terrorismo. Gli inquirenti capirono  che l’ordigno esploso dentro La Belle arrivò dall’ambasciata libica di Berlino Est e l’attacco era chiaramente diretto all’esercito statunitense, queste scoperte furono fatte grazie all’intercettazione di alcuni comunicati recapitati all’ambasciata libica inviati direttamente dalla capitale Tripoli. Inoltre due settimane prima dell’attentato, lo stesso Muammar Gheddafi aveva lanciato un proclama contro gli Stati Uniti in seguito all’affondamento di una nave militare libica da parte della marina USA che causò 35 morti. In seguito all’attentato nella discoteca, il presidente USA Ronald Reagan reagì con un raid aero sulle città libiche di Tripoli e Bengasi che causarono la morte di 30 soldati libici nonché quella di 15 civili (provocando come controreazione l’attentato di Lockerbie in cui morirono 270 persone in seguito all’abbattimento di un aereo di linea americano da parte dell’aviazione libica).

Un vero e proprio processo non è stato però possibile fino al 1990, quando i giudici poterono consultare gli archivi della STASI. Dai documenti della polizia segreta si potè finalmente dare un nome agli attentatori, Musbah Abdulgasem Eter fu il primo ad essere identificato in quanto conosciuto come principale spia libica a Berlino Est e direttamente collegato con l’attentato.

Eter e altri quattro sospettati furono arrestati nel 1996 tra Berlino, Italia, Libano e Grecia. Il processo si concluse nel 2001 con la condanna tra 12 e 14 anni di prigione per Eter e due cittadini palestinesi, Yasser Mohammed Chreidi e Ali Chanaa, per favoreggiamento in omicidio, mentre Verena Häusler, cittadina tedesca e moglie di Chanaa, fu condannata a 14 anni per omicidio, in quanto fu lei a portare la valigietta contenente la bomba all’interno della discoteca. La sorella Andrea fu assolta per mancanza di prove.

I giudici stabilirono che la bomba fu assemblata nella casa di Berlino Est dei coniugi Chanaa per poi essere trasportata nella zona Ovest all’interno di una valigietta diplomatica dell’ambasciata libica. La sera dell’esplosione le sorelle Häusler portarono la valigietta contenente la bomba nella sala da ballo per poi farla esplodere cinque minuti dopo usando un telecomando. Da quel 5 Aprile 1986 la discoteca non ha mai più aperto le sue porte lasciando a Berlino una delle tante cicatrici della sua tormentata storia.

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