Berlino, è in vigore la legge che vieta le case vacanza. Ma molti continuano ad affittare

Dal 1 maggio è entrata in vigore la legge che va sotto il nome di Zweckentfremdungsgesetz, la quale proibisce ai berlinesi di affittare il proprio appartamento a turisti. Solo chi è in possesso del permesso del comune potrà continuare ad affittare legalmente. Lo scopo della legge è di frenare il numero degli appartamenti vacanza, che secondo il senato berlinese è tra i responsabili della mancanza di abitazioni (e dunque del vertiginoso aumento di prezzi) che da anni affligge la città, in quanto le case affittate dai turisti non sono più disponibili per i normali residenti. Delle motivazioni abbastanza pretestuose alla base del provvedimento abbiamo già parlato qui. Secondo uno studio del Bezirksamt Mitte del 2015, fino a poco tempo fa erano quasi 23.000 in tutta la città gli alloggi che venivano offerti su portali come Airbnb, Wimdu e 9flats. Airbnb parla di 11.701 unità, ma solo 6.305 sono legalmente registrate.

La legge. La Zweckentfremdungsgesetz, ovvero la legge contro gli appartamenti usati a scopo non abitativo, prevede che un proprietario o un inquilino con un normale contratto di affitto possa affittare o subaffittare il suo appartamento per periodi brevi solo con il permesso del Bezirksamt, ovvero l’ufficio del quartiere. Ma il responsabile dell’ufficio immobili nel quartiere di Mitte, Stephan von Dassel (Grüne), ha già annunciato di volere respingere il 95 percento delle richieste. Finora erano previste sanzioni fino a 50.000 euro per chi infrange la legge. Ma dal 1 maggio chi continuerà ad affittare illegalmente rischia multe fino a 100.000 euro, come è stato deciso due settimane fa.

Le eccezioni. Non è ancora del tutto chiaro quali e se ci saranno eccezioni al nuovo decreto. I legali stessi sono incerti in molti casi, mancando una definizione ufficiale di “utilizzo abitativo”. L’affitto di singole camere rimane sicuramente permesso, purché l’inquilino o il padrone affittino meno della metà dell’appartamento e continuino a vivere nell’altra parte. Offrire tutto l’appartamento invece è concesso solo una volta, ma anche qui il testo di legge rimane vago sull’arco di tempo. Altri permessi speciali verranno rilasciati solo in caso di interesse pubblico o interessi privati particolari, senza specificare quali. Von Dassel cita l’esempio di un inquilino che affitti il suo appartamento vicino all’ospedale della Charitè ai genitori di un bambino ricoverato nella clinica per un lungo periodo. Rimangono comunque molte situazioni non chiarite, come quelle dei tanti berlinesi che non offrono il loro appartamento regolarmente, ma solo quando vanno in vacanza, e che quindi non si possono definire affittuari a livello commerciale.

I controlli. Il senato berlinese ha assunto 17 nuovi impiegati. Il nuovo personale avrà il compito di controllare le offerte sulle piattaforme online, che a loro volta saranno obbligate a fornire i dati di persone sospette alle autorità. Da pochi giorni è anche possibile per i cittadini denunciare appartamenti sospetti online, tramite un modulo sul sito del comune berlinese. Ma i quartieri reagiscono alla nuova legge in maniera diversa. Alcuni politici come Torsten Kühne (CDU), responsabile dell’ufficio immobili di Pankow, ha dichiarato alla radiotelevisione locale rbb di volere aspettare con le sanzioni finché non siano chiarite le molte eccezioni alla nuova legge, in modo da evitare querele. In ogni caso dubita che i provvedimenti siano abbastanza per porre fine al fenomeno degli appartamenti illegali. Solo a Pankow sarebbero necessarie secondo la sua stima dieci persone in più per fare fronte a tutte le denunce e alle richieste di permesso, ma al momento ha solo tre impiegati a disposizione.

Le reazioni. Chris Lehane, responsabile della comunicazione di Airbnb ha dichiarato al quotidiano Tagesspiegel di trovare la nuova legge «non al passo coi tempi» e di augurarsi che rimanga almeno permesso ai residenti affittare l’appartamento quando vanno in vacanza. Secondo un’inchiesta condotta dallo stesso Airbnb, il 70 percento dei berlinesi è contrario a multe per chi offre alloggi ai turisti. Lehane ha sottolineato come i clienti degli appartamenti vacanza abbiano portato solo nel 2015 più di 467 milioni di euro a Berlino. E Stephan La Barré, proprietario di un’azienda che gestisce appartamenti vacanza, in un’intervista alla radiotelevisione rbb accusa il governo berlinese di ignorare il vero problema, cioè la generale mancanza di abitazioni abbordabili per i cittadini meno abbienti. «I politici hanno venduto o demolito migliaia di appartamenti di proprietà della città, e adesso se la prendono con un piccolo gruppo. Cosa sono 6.000 appartamenti su un totale di 1,9 milioni?»

Futuro incerto. Ma il governo berlinese non si lascia influenzare e sembra non voler cambiare rotta. Dopo un incontro con lo stesso Chris Lehane, il responsabile per lo sviluppo urbano Engelbert Lütke Daldrup ha dichiarato a Der Spiegel di confermare la nuova legge e l’inasprimento delle sanzioni deciso dal Senato. Secondo un’ inchiesta di rbb, già a fine maggio più di 1000 appartamenti vacanza verranno tolti dal mercato per i turisti e affittati a lungo termine. Nonostante questo, centinaia di appartamenti sono ancora offerti su Internet ai turisti. La sfida continua.

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Foto di copertina © citiesintransition.eu