L’UE deferisce la Germania: non ha abbastanza zone protette per gli habitat naturali degli animali

La Commissione Europea ha deferito la Germania alla Corte di Giustizia Europea per mancata attuazione della Direttiva Habitat

Da anni la Commissione Europea preme per un maggior impegno da parte degli Stati Membri nella lotta contro la perdita di biodiversità in Europa. Ai sensi della Direttiva Habitat, tutti i paesi Europei sono tenuti a designare Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a stabilire precisi obiettivi di protezione in base alle specificità del loro territorio locale. Secondo la documentazione fornita alle autorità Europee tuttavia, le aree ZSC designate dalla Germania continuano a non essere abbastanza. La Commissione Europea ritiene inoltre che gli obiettivi di conservazione presentati da Berlino non siano sufficientemente dettagliati, risultando quindi impossibili da misurare e valutare.

Dai richiami all’azione legale

Il termine di attuazione delle direttive Europee in questione è scaduto in alcuni casi più di 10 anni fa. La Commissione aveva già inviato un’intimazione formale alla Germania nel 2015, minacciando conseguenze giuridiche qualora il paese non avesse provveduto ad implementare l’attuazione della Direttiva Habitat. Dopo lunghe discussioni, la Commissione Europea ha inviato alle autorità tedesche una messa in mora nel 2019, cui è seguita nel 2020 un parere motivato. Dal momento che questi richiami non hanno portato ad alcun risultato, il 18 Febbraio 2021 la cattiva condotta della Germania è stata riportata alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il Ministero per l’Ambiente tedesco si è difeso argomentando che le richieste della Commissione sono troppo onerose e che la loro totale implementazione “significherebbe un immenso sforzo finanziario e amministrativo”.

UE e preservazione dell’ambiente: un obbiettivo fondamentale

Considerando la perdita della biodiversità Europea una minaccia esistenziale, l’UE ha già perseguito diversi casi di mancata attuazione della Direttiva Habitat. Un tale rigore da parte dell’Unione si spiega anche considerando che nel Maggio 2020 la Commissione ha adottato la Strategia Europea per la biodiversità che si propone di rafforzare l’applicazione della legislazione ambientale preesistente. Adottata durante la fase centrale della pandemia di Covid-19, la nuova strategia sulla biodiversità è considerata “un elemento centrale nel piano di ripresa dell’UE, fondamentale sia per prevenire la comparsa di future pandemie che per offrire opportunità commerciali e di investimento immediate e rilanciare l’economia”.

Immagine di copertina da: unsplash

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