I luoghi di Nabokov quando visse a Berlino

Vladimir Nabokov, nato nel 1899, dopo il 1922 si trasferì a Berlino e ci visse per 15 anni

La famiglia di Nabokov si trasferì a Berlino nel 1920. In quegli anni in moltissimi lasciarono la Russia per fuggire dalla guerra civile. I russi che giunsero a Berlino, tra il 1922 e il 1923, furono più di 300.000. L’immigrazione si concentrò soprattutto nelle zone di Wittenbergplatz e Charlottenburg, che per questo motivo veniva ironicamente chiamata Charlottengrad. Vladimir Nabokov fu tra quelli che arrivarono nel 1922. Il suo arrivo fu abbastanza traumatico poiché dopo qualche settimana il padre morì durante un attentato facendo da scudo umano a Pavel Miliukov, eminente uomo politico russo, salvandogli la vita.

La vita a Berlino

Per tutta la sua permanenza in Germania rimase all’interno della comunità russa, non riuscendo mai ad integrarsi e a superare la condizione di profugo: cambiò spesso casa ma non si allontanò mai da Charlottenburg e Schöneberg, dove risiedeva la sua comunità di riferimento. Lui stesso raccontò, durante la sua vecchiaia, che per tutta la sua permanenza non riuscì mai ad amare Berlino ma che arrivò, anzi, ad averla profondamente in antipatia. “Ero afflitto dal timore inconscio di intaccare in qualche modo il livello del mio russo imparando a parlare tedesco fluentemente” scrive lui stesso nell’opera Strong opinions pubblicata nel 1973. Rimase a Berlino fino alla fine degli anni ’30, quando l’affermarsi del partito nazista lo spinse a trasferirsi negli Stati Uniti.
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Il debutto letterario e le prime opere

È a Berlino che Nabokov fece, con lo pseudonimo “V. Sirin”, le sue prime pubblicazioni. Scritte in russo, comparvero in periodici di emigrati russi a Berlino. Anche il suo primo libro (Korol Dama Valet) venne pubblicato da una casa editrice russa. Durante la sua vecchiaia tradusse, con l’aiuto del figlio, molti di questi scritti in inglese apportando anche qualche modifica contenutistica. In questi primi testi si trova traccia dell’ibridazione culturale a cui era soggetto: si identificano le tematiche e lo stile della letteratura russa ma anche traccia dell’evoluzione e rivoluzione che la prosa affrontò tra le due guerre.

A guide to Berlin

A Guide to Berlin è una delle opere del periodo tedesco. Questo breve racconto pubblicato nel 1925 racconta Berlino dall’interno, dal punto di vista di un anonimo personaggio che la attraversa e la vive. Il narratore crede che sia importante immortalare la quotidianità, “così che venga riflessa nelle gentili lenti dei tempi futuri”. Afferma che quegli aspetti che possono sembrare banali e privi di importanza un giorno per qualcuno avranno il fascino del passato, di una cosa che è stata e non c’è più. La guida dà pochi punti di riferimento identificabili, la narrazione è soggettiva e molto lontana da quella che ci si aspetta da una guida turistica. Sulla mappa sono segnati in arancione i pochi luoghi ai quali si riferisce direttamente: parti della città in cui Nabokov amava trascorrere il tempo. Si può vedere nel narratore un simulacro dell’autore, un’implicita accettazione della propria esperienza berlinese. Il vivere in un tempo irripetibile, in una città unica, fa da contrappeso alle difficoltà affrontate nella quotidianità.

 

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Immagine di copertina: A Pictorial Biography, compiled and edited by Ellendea Proffer (Ann Arbor: Ardis Publishers, c1991).