Hanno cominciato a rimborsare per danni psicologici chi fuggí dalla DDR

Poco prima della fine della seconda guerra mondiale, subito dopo la caduta del Terzo Reich, i principali capi politici dei tre paesi alleati si riunirono per discutere della divisione di Berlino

Dopo trent’anni dalla caduta del Muro, il 24 luglio scorso è arrivata la sentenza che stabilisce un risarcimento per danni psicologici e morali a coloro che provarono a scappare da Berlino est a Berlino ovest. A Lipsia, gli ex rifugiati della DDR dovranno essere ricompensati per i danni fisici e non solo che hanno maturato nei tentativi di fuga, ultima delibera che proviene direttamente dal tribunale amministrativo federale tedesco. Una decisione molto attesa da coloro che durante gli anni della Guerra Fredda sono arrivati in alcuni casi anche a rischiare la propria vita per andare a vivere nella parte occidentale della capitale tedesca. Berlino, infatti, fu divisa durante l’importante conferenza di Jalta, tenutasi fra il 4 e l’11 febbraio del 1945, in cui venne decisa la divisione di Berlino in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia. Il settore sovietico comprendeva i distretti di Friedrichshain, Köpenick, Lichtenberg, Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow, Weißensee. Mentre la parte dell’America comprendeva i quartieri di Neuköll, Tempelhof, Steglitz, Schöneberg.

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La vita dei berlinesi dell’est

La vita a Berlino est, sotto il comando del regime della DDR (Repubblica federale tedesca) era molto differente da quella di Berlino ovest. I cittadini vivevano in condizioni di povertà. Le leggi da rispettare erano molto rigide e le libertà erano molto poche. Negli anni Cinquanta molti furono i berlinesi dell’est che scapparono nella Berlino dell’ovest. Proprio per evitare la fuga dei berlinesi dell’est, il comando sovietico costruì il Muro. Il 13 agosto del 1961, la barriera di cemento attraversava tutta la città e divideva famiglie, amici, posti di lavoro, scuole e università. I soldati della RDT, furono un corpo di polizia ad ordinamento militare, la cui funzione era quella di sorvegliare il Muro. Ricevettero l’ordine di sparare a vista a chiunque cercasse di superare il confine. Con il passare degli anni fu attrezzato con macchinari sempre più terrificanti come mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione e con degli impianti che sparano automaticamente su tutto quello che si muove nella cosiddetta striscia della morte.

La fuga verso la libertà

Negli anni della separazione molti furono i tentativi di fuga dei berlinesi dell’est verso la parte ovest. Un esempio è quello di Hartmut Richter, un berlinese di diciotto anni che a nuoto, attraversò il canale di Teltow riuscendo ad arrivare esausto alla sponda dell’ovest. Una coppia invece riuscì a fuggire remando sullo stretto a bordo di un materassino gonfiabile. Altri centinaia di tedeschi dell’est scapparono attraverso una rete segreta di tunnel scavati sotto il Muro di Berlino.

Leggi anche: La storia dell’ultima vittima del muro di Berlino

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Berlino Schule tedesco a Berlino

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Immagine di copertina: Muromoerschy, CC0