Revolutionaries in Berlin (March 1848), Public Domain

Come e quando è nata la bandiera tedesca

Ottocento e Novecento: la nascita delle bandiere

La nascita delle bandiere risale all’Ottocento e Novecento, quando in Europa cominciavano a formarsi i primi stati moderni. Precedentemente, ad identificare una regione o una casata, vi erano gli stemmi. All’epoca, la Germania era formata da più Stati, alcuni dei quali molto più potenti degli altri. Inoltre, vi era il Sacro romano Impero che aveva un’influenza limitata sul territorio. All’epoca Napoleone aveva occupato tutto il territorio dell’attuale Germania e proprio contro di lui i patriotti rivendicavano uno Stato più unito. La bandiera tedesca, dai tipici colori nero, rosso, oro, ma in ordine invertito, comparse per la prima volta nel 1832, periodo in cui si cominciava a parlare di unità tedesca. Tuttavia, la scelta dei tre colori era più che altro un compromesso tra i patrioti che, pur essendo democratici, rimpiangevano l’imperatore, il cui simbolo era un’aquila nera su sfondo giallo.

Nero, rosso, giallo: i colori della bandiera tedesca

L’idea della Germania unita nasce nell’Ottocento come simbolo di protesta nei confronti di Napoleone. All’epoca i colori della bandiera erano nero, rosso, oro. Tuttavia, la maggior parte degli Stati rifiutava l’unificazione della Germania e considerava la democrazia una minaccia. La Germania ricorda il periodo tra il 1830 e il 1870 come gli anni dei moti rivoluzionari e della rivoluzione industriale. La disoccupazione, la povertà e la scarsità dei raccolti furono solo alcune delle ragioni per cui alla fine si susseguirono una serie di insurrezioni. L’oro, ormai diventato troppo costoso, venne sostituito dal giallo, che assieme al nero e al rosso diventarono i colori di distinzione per nazionalisti e democratici. La bandiera con gli stessi colori divenne, poi, il simbolo della rivoluzione del 1848, rivolta che rivendicava la democrazia. Fallita la rivoluzione, i colori che la identificavano vennero vietati.

L’unificazione della Germania e la bandiera del nuovo stato nascente

L’unificazione divenne necessaria per liberare l’economia del territorio da costrizioni e blocchi doganali. Chi spingeva in questa direzione era la Prussia e Bismarck, uomo politico tedesco. Bismarck sapeva che la Germania poteva essere unita o dal basso, cioè dal popolo, o dall’alto, cioè da qualcuno abbastanza potente da poter guidare gli altri stati. Per questo motivo fece di tutto affinché fosse la Prussia condurre il processo di unificazione. Come prima cosa, fece di tutto per inasprire i rapporti con l’Austria, tanto che un po’ alla volta fu emarginata. Il secondo passo fu lanciare un’offensiva nei confronti della Francia, nemico storico della Germania e una delle più forti potenze europee dell’epoca. Il 1871 è ricordato come l’anno dell’unificazione della Germania. Per la bandiera del nuovo stato nascente, Bismarck scelse i colori nero, bianco, rosso. I più tradizionali colori nero, rosso, giallo fecero ritorno solo più tardi con la nascita della Repubblica nel 1918 e l’abdicazione dell’imperatore.

Da Hitler ai giorni nostri

Nel 1933 con la salita al potere di Hitler, a imporsi fu il simbolo nero della svastica su sfondo rosso e bianco accanto alla bandiera con i colori nero, bianco e rosso del terzo Reich. Dal 1935 in poi, tutti i simboli a esclusione di quelli del regime nazista vennero aboliti. Con la divisione della Germania nel 1949, il governo della DDR adottò la classica bandiera nera, rosso, oro a cui aggiunse il martello, simbolo degli operai, il compasso, simbolo degli intellettuali, circondati da due spighe, simbolo dei contadini. La bandiera della Repubblica Federale Tedesca aveva gli stessi colori, ma nessun simbolo al centro. Dopo la riunificazione, quest’ultima, divenne la bandiera della Germania unita.                                 
Bandiera Terzo Reich, © User:B1mbo and User:MaddenPublic domani on Wikimedia Commons 

Bandiera Germania nazista, © Fornax, Public domani on Wikimedia Commons 

Bandiera Germania dell’Est, ©JwnabdPublic domani on Wikimedia Commons

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Immagine di copertina: Revolutionaries in Berlin (March 1848), Public Domain on Wikimedia Commons