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Berlino, nuove “pietre d’inciampo” per onorare le vittime del nazismo

A Berlino sono 70.000 le “pietre d’inciampo” che commemorano le vittime del nazismo

Sono ormai 70.000 le “pietre d’inciampo“, targhe placcate in ottone apposte in tutta Berlino, che commemorano le vittime del nazismo. Ogni placca misura dieci centimetri per ogni lato e riporta il nome della vittima, l’indirizzo e la data di nascita e morte. Ognuna di queste è posizionata di fronte all’abitazione da cui la vittima è stata deportata. L’obiettivo è quello di ricordare i nomi delle persone che sono state rintracciate tra i prigionieri dei campi di concentramento. «Una persona non può essere dimenticata finché il suo nome viene ricordato», così afferma Gunter Demnig, autore del progetto e avvocato per la difesa dei diritti dei Rom.

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Come è nato il progetto delle ‘pietre d’inciampo’

La prima placca è stata posizionata nel dicembre 1992, di fronte al municipio di Colonia, esattamente cinquant’anni dopo che Heinrich Himmler ordinò la deportazione di sinti e rom nel campo di concentramento di Auschwitz. Nel 1996 furono 51 le pietre d’inciampo posizionate nel quartiere di Kreuzberg. Nell’anno successivo, seguirono anche le città di Salisburgo in Austria. In soli 20 anni, le pietre d’inciampo diventarono il più grande memoriale dedicato alle vittime del nazismo decentralizzato in tutto il mondo.

Reazioni pro e contro le ‘pietre d’inciampo’

Le pietre d’inciampo commemorano le vittime del nazismo: ebrei, sinti, rom, membri della resistenza politica e religiosa, omosessuali, persone coinvolte in programmi di eutanasia e definite asociali dal regime nazista. Non tutti, però, sono a favore di questa iniziativa: per Charlotte Knobloch, ex presidente del Central Council of Jews in Germania, era inaccettabile che il nome degli ebrei vittime del nazismo fossero scritti per terra e calpestati da chiunque. Tuttavia, il suo successore Dieter Graumann e l’attuale presidente supportano pienamente il progetto. Infatti, le pietre d’inciampo non alludono alla reale azione di poter calpestarle, «quanto più ad un inciampo metaforico dello sguardo e dei pensieri durante una passeggiata cittadina»: il ricordo e la memoria di luoghi e giorni specifici dell’Olocausto vengono spostati alla «vita quotidiana degli abitanti delle città».

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Immagine di copertina: Pietra d’inciampo, © Axel Mauruszat, The copyright holder of this file allows anyone to use it for any purpose, provided that the copyright holder is properly attributed. Redistribution, derivative work, commercial use, and all other use is permitted.